Tecniche di sopravvivenza…il continuo

Eccomi con qualche esempio di umana mimetizzazione, eh già, anche gli uomini adottano questa arte, forse appresa dagli stessi animali. E la prima, è quella usata in campo militare, i colori delle mimetiche scelti in base al tipo di terreno, i caschi con ciuffi d’erba, i visi dipinti, le movenze da felini, da serpenti, da volatili per attaccare, nascondersi, difendersi. Lo stesso vale per i cacciatori di un tempo, che, dovendosi procurare il cibo con le proprie mani, indossavano pellicce di altri animali, per poter avvicinare la preda e non diventare prede. La seconda, viene dal mondo letterario, e non solo, il famigerato Arsenio Lupin adotta innumerevoli camuffamenti per compiere i suoi furti straordinari, prendendo le sembianze di qualcun altro, e anche Sherlock Holmes si diletta nell’arte del travestimento; nel mondo del teatro le figure femminili venivano impersonate da uomini che si agghindavano e vestivano  come le dame; al contrario, sempre nel periodo di Shakespeare, nella sua commedia La 12° notte,  la giovane Viola, dopo la perdita del fratello, si camuffa da uomo per entrare al servizio del Duca e chissà quante altre donne si sono dovute camuffare da uomo per difesa, per sopravvivenza, per poter combattere, sopravvivere. Ah , dimenticavo Mulan. La terza arriva dal mondo delle spie maschili e femminili che , da secoli cambiano colore come i camaleonti, adattandosi al terreno sudaticcio degli intrighi di potere, per portare a termine il proprio incarico. Ai giorni odierni, la miglior tecnica di sopravvivenza alla stregua della volpe artica è quella dell’adattamento, essere pronti e scattanti ad ogni tipi di cambiamento adattando  la propria “pelliccia” alle varie situazioni che si presentano. Flessibilità è la parola d’ordine, quindi, come l’insetto stecco, la razza o i felini adattiamoci alle strade che si presentano ogni giorno e ad ogni ora della nostra vita. Are you ready?

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