Ci vuole più arte nelle nostre vite
Molti considerano l’arte una distrazione, una perdita di tempo, superflua azione per intellettuali radical-chic, ozio poco costruttivo, in confronto alla vita reale così reale. E’ il nostro io che esige la beatitudine, la passione, il coinvolgimento, lo stupore, il rapimento e l’estasi. E’ necessario come respirare. Non ditemi che non siete mai stati rapiti da un quadro? Non ditemi che non vi siete mai commossi ascoltando un certo brano musicale, le note scavano nel profondo, vanno a prendere la tua anima nel tuo abisso più profondo e la lasciano libera. Non ditemi che non mi siete mai fermati a guardare un tramonto o un’alba seduti sulla riva del mare, in montagna, tra le cupole di una cattedrale e ci siete rimasti più di 5 minuti. Non ditemi che non avete mai ballato a suon di musica, per lo meno battere i piedi o le mani facendo scorrere il sangue , se ce lo avete, tra le vene. Ecco, questa é realtà palpabile e non una perdita di tempo.
“Pensa a quel brano musicale che ti ha commosso. Oppure al battito del tuo cuore mentre guardavi una scultura delicata e incredibilmente realistica. O alla vertigine che ti ha colto quando sei sbucato da una stradina laterale in una città sconosciuta e ti sei ritrovato in una bellissima piazza; a me è successo con piazza San Marco a Venezia, e la sua architettura rinascimentale splendidamente conservata. È probabile che tutta quella bellezza non ti abbia intorpidito come un narcotico. Piuttosto, all’improvviso potrebbe averti risvegliato nel profondo, un po’ come lo shock che dà una boccata d’ossigeno puro dopo aver respirato aria piena di smog.” Cit. articolo
https://www.internazionale.it/opinione/arthur-c-brooks/2022/02/05/arte-vita