Tra arte e natura
La luce di fine autunno sfuma i colori ambrati della campagna parmense tra il marrone, il giallo ocra, il verde scuro e quel rosso intenso delle foglie che rendono questo periodo malinconico e suggestivo al contempo. Ai lati delle strade filari di alberi scorrono al nostro fianco mentre snoccioliamo pensieri, ci soffermiamo a scrutare argini e fiumi sforzandoci di ricordare il nome di quella zia, cugina di papà, la tal amica di scuola, dove abitava, in quale piazza, il dolce millefoglie nella sala da pranzo di Roberto, piuttosto che il matrimonio di Cosetta. E mia mamma mi chiede come faccio a ricordare. Ero piccola, ma alcune scene, diciamo mi sono rimaste impresse e tali rimangono nella memoria e basta poco a farle tornare. Piccoli momenti di felicità insieme a colei che sempre condivide e comprende ogni mia sfumatura interiore, la metà della conchiglia. Grazie mami per la bella giornata passata insieme.
Passeggiare nel giardino tra pavoni e manti colorati nel silenzio assoluto è Autunno.
Pranzare nel bistrot dopo aver ammirato i quadri esposti alla fondazione Magnani Rocca é Autunno.
Farsi avvolgere da profumi e sapori di una campagna ricca e prolifica come quella emiliana, beh, é Autunno.
Dai colori autunnali della campagna si passa alle tinte forti e scomposte dei quadri in mostra:
il Surrealismo é protagonista in tutti i sensi, la parte misteriosa della realtà raffigurata dai massimi esponenti di questa corrente nata nell’Ottobre del 1924
Breton dichiara che l’immaginazione non è altro che la rivelazione di ciò che siamo, della nostra propria sostanza, che è sogno, purezza, energia, libertà. Una libertà anche creativa e nell’utilizzo di vari materiali, tecniche, pittura, collage, assemblage, fotografia, ready-made, objets trouvés e così via.
Un percorso sensitivo, strabiliante e coinvolgente, non puoi rimanere indifferente, assolutamente no, l’interesse é catturato, attirato, stropicciato, sgualcito in un vortice di sensazioni contrastanti.







