O ultimo azul-il film

Tereza dice no e se ne va. Dove? Via, verso la libertà. Come ? Attraverso il Rio delle Amazzoni, l’unica via di fuga praticabile per lei, alla sua età: 77 anni. Perché ? Lo Stato ha deciso che ” Il futuro é di tutti” ( di tutti quelli che costituiscono un peso, dopo la terza età ) e che dopo averti premiato con una medaglia, incorniciato la porta di casa di una bella corona placcata, prendi su le tue poche cose, uno zainetto colmo di pannoloni ( anche se non sei incontinente ) medicine ed una bottiglietta d’acqua fornita dallo Stato e segui, placido ed obbediente gli addetti che ti accompagneranno, insieme ai tuoi coetanei, nelle “colonie” dove dovrai rimanerci fino alla fine della vita. Devi lasciare il tuo lavoro, anche se sei in forze e stai bene. Devi lasciare la tua casa dove hai vissuto per anni, le tue amicizie, le tue piante, la tua vita in salute perché lo decide lo Stato, con il benestare dei parenti più giovani. Tereza, ci prova ad esaudire il suo ultimo desiderio: fare un viaggio in aereo, ma le viene proibito. Non si perde d’animo, affronta un viaggio in barca lungo il Rio, incontrando vari personaggi, mettendosi alla prova ogni momento, seguendo l’istinto e la ragione . Vive la fiamma della determinazione, della volontà e della ribellione solcando il grande fiume. Immagini poetiche, rilassanti, angoli di paradiso tra rami pendenti e silenzio acquatico. I colori del cielo si riflettono sull’acqua e le dolci scie increspano il sentiero azzurro che condurrà Tereza verso la libertà e la pace meritata, ritornando a scoprire la propria vitalità interiore e fisica che esiste, sicuramente dentro ognuno di noi fino alla fine. Un’inno alla libertà e alla pura anarchia vitale, sentimentale e mortale. Nessuno può decidere della nostra vita, del nostro corpo, del nostro pensiero e di come vivere i nostri ultimi anni, tanto meno lo Stato.

Obrigado Gabriel.

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