Il dialetto
Il dialetto ed i vari modi di dire prendono vita e corpo dalla quotidianità, dal fare e brigare, dalla natura, dalle professioni, dall’ironia, dallo scherzo o dalla brutalità. Ed é in continuo cambiamento pur mantenendo radici ben salde, un’edera che si espande dove vuole, ramifica ovunque mantenendo la salda e coriacea volontà della propria natura. Nel mio peregrinare tra la terra ed il mare ho assimilato modi di dire ed anche intere frasi in dialetto! Ovviamente la pronuncia non é quasi mai corretta, pago il pegno dei vari spostamenti e ogni tanto, durante il giorno, mi esprimo in dialetto perché in quel momento rende meglio la situazione. Del dialetto romagnolo mi ricordo queste frasi che sentivo spesso:
Tin bòta = Tieni botta ;
Cust leg, che tun si bon gnenga ad scor?! = Cosa leggi che non sei buono neanche a parlare?!
Fata roba! = Che roba!
Vin olta = vieni qui
Lasa ‘ndè = lascia andare
Del dialetto mantovano
L’è mei esr in boca al gat che in mes a du avocat” meglio essere in bocca ad un gatto che in mezzo a due avvocati.
“l’acqua l’è bona…s’a gh’è dentar di bon capon” l’acqua è buona se ci sono dentro dei buoni capponi, ovvero il brodo.
Brut in fasce, bèl in piazza” brutto in fasce, bello in piazza
“Tacar via al capel” appendere il cappello. Riferito a chi sposa una donna facoltosa, chi cioè si è sistemato.
” Mettar al negr in sal bianch” mettere nero su bianco
Da Articolo Il Post
“Ecco che il dialetto diventa la lingua della narrazione per eccellenza. Andrea Camilleri raccontava che trovò la sua voce di scrittore, quando capì che doveva imitare il modo in cui parlava con sua nonna e sua madre, ossia il dialetto. L’istinto di raccontare dà forma all’individuo e, al contempo, alla collettività. Per il tempo del racconto l’uomo è padrone del suo mondo, che ricrea a propria misura e immagine.” Cit.articolo
https://www.ilpost.it/2023/10/17/sacchini-il-dialetto-padrone-del-mondo/