Le donne e la resistenza
Per non dimenticare, anzi per ricordare , preferisco questa parola perché al suo interno fiorisce cuore ( v. tr. [lat. recŏrdari, der., col pref. re-, di cor cordis «cuore», perché il cuore era ritenuto la sede della memoria] (io ricòrdo, ecc.). – 1. Richiamare alla propria memoria: ) , richiamare al proprio cuore e la memoria in questo caso ed in altri non é un mero esercizio celebrale, bensì un puro atto di gratitudine verso coloro che hanno combattuto fino a morire per difendere i valori umani e tra i coloro ci sono le donne. Grazie ad Internazionale per questo articolo chiarificatore e che mi ha fatto scoprire il documentario di Liliana Cavani, un documentario che andrebbe diffuso, ascoltato, spiegato anche nelle scuole ( forse qualche insegnante già lo fa ) e quando ho letto che ” molte donne partigiane non hanno richiesto nessun riconoscimento perché sentivano di avere fatto il loro dovere” non ho potuto far altro che ricordare.

La resistenza taciuta
“Secondo alcune stime le donne che hanno partecipato alla resistenza sono state settantamila, ma probabilmente sono molte di più. Tuttavia il loro ricordo è entrato solo recentemente nella storia ufficiale della resistenza italiana. “Dopo la fine della guerra, direi a partire dal 1948, c’è stato una specie di silenzio generale sulla resistenza femminile”, afferma la storica Simona Lunadei, autrice di molti testi sull’argomento tra cui Storia e memoria. Le lotte delle donne dalla liberazione agli anni 80. “Questo perché si cercò di normalizzare il ruolo delle donne, che proprio durante la guerra avevano sperimentato un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali”, afferma la storica. Uno degli pochi documentari sull’argomento fu quello di Liliana Cavani, Le donne nella resistenza del 1965 e il romanzo L’Agnese va a morire di Renata Viganò pubblicato nel 1949.” Cit Articolo

